L’Ecografia
nell’urgenza pediatrica: Dolori Addominali
Relazione
presentata al VI congresso nazionale del gruppo di studio di Medicina d'Urgenza
Pediatrica (Ostuni, 10-12 settembre 1999)
V.
A. Caiulo, A. Vitale*
Reparto
di Pediatria - Azienda Ospedaliera “A. Di Summa” – Brindisi
*Pediatra
di Libera Scelta – AUSL BR/1 - Brindisi
I dolori addominali
rappresentano uno dei sintomi più frequenti in età pediatrica. Spesso non è
possibile stabilirne la causa, situazione questa frustrante sia per il medico
che per i genitori. L’ecografia può essere dirimente in alcuni casi, tuttavia
numerose problematiche cliniche sono prive di riscontri ecografici. Ad esempio,
nei dolori addominali ricorrenti, l’ecografia raramente è significativa,
poiché una causa organica è identificabile nel 5-10% dei casi. Tuttavia
occorre ricordare che il riscontro di un esame ecografico normale è dotato di
effetti tranquillizzanti sia sul bambino che sui genitori.
Nel caso dei dolori addominali
acuti l’esame ecografico sarà più frequentemente significativo, consentendo
di evidenziare quadri di invaginazione intestinale, infezioni delle vie
urinarie, calcolosi della colecisti, urolitiasi, pancreatite, ematocolpo,
torsione di cisti ovarica, appendicite, stenosi ipertrofica del piloro, lesioni
in traumi addominali chiusi.
L’ecografia nell’addome
acuto è utile, essenziale o non necessaria? Per rispondere a questo quesito
occorre in primo luogo esaminare i dati della Letteratura.
L’ecografia è sicuramente
utile nella valutazione dell’appendicite acuta e delle sue complicanze.
Tuttavia spesso un quadro clinico laboratoristico tipico rende superfluo
l’esame ecografico. Esso va sempre eseguito nei casi con presentazione
atipica, sia per valutare la regione ceco appendicolare, che per evidenziare
l’eventuale patologia a carico di altri apparati (urinario, epato-biliare,
genitale).
Nel 1991 Siegel (1) ha valutato
ecograficamente 178 pazienti in età pediatrica per sospetta appendicite acuta,
nei quali non era possibile formulare una diagnosi definitiva sulla base dei
criteri clinici. L’appendicite fu dimostrata chirurgicamente in 38 casi: tra
questi la diagnosi ecografica di appendicite era stata posta in 31 casi (82%).
Nei restanti 140 pazienti senza appendicite, in 58 casi è stata posta
un’altra diagnosi. In 34 di questi 58 pazienti (59%) l’esame ecografico ha
contribuito al corretto inquadramento diagnostico. Nei rimanenti 82 pazienti non
si è giunti ad una diagnosi definitiva. In conclusione, circa il 50% dei
pazienti ricoverati per sospetta appendicite viene dimesso con diagnosi di
dolori addominali di origine sconosciuta. Nei rimanenti, l’esame ecografico è
utile, sia per porre diagnosi di appendicite, sia per il contributo spesso
decisivo per identificare altre cause di dolori addominali acuti.
Risultati sovrapponibili li
troviamo in un altro studio del 1995, pubblicato da Nosaka e Coll. (2), in cui
vengono valutati ecograficamente 106 pazienti tra i 3 e i 15 anni di età, che
presentavano un quadro di dolori addominali acuti. L’ecografia ha dimostrato
una sensibilità del 90% ed una specificità del 98% nella diagnosi di
appendicite (51 casi). Nei restanti 55 pazienti ha permesso di porre una
corretta diagnosi in 21 casi (38%). Gli Autori concludono che l’esame
ecografico è utile non solo per individuare i casi chirurgici, ma soprattutto
perché consente di evitare interventi chirurgici non necessari.
Numerosi altri Autori giungono
alle stesse conclusioni (3-4-5).
Nella mia esperienza poco tempo
fa ho avuto la possibilità di esaminare un caso molto istruttivo: si trattava
di un bambino di 5 anni, con un quadro clinico laboratoristico tipico di
appendicite acuta, che era stato sottoposto ad intervento di appendicectomia.
Tuttavia, dopo un transitorio miglioramento clinico, a distanza di pochi giorni
dalla dimissione, si ripresentava lo stesso quadro clinico laboratoristico
compatibile con diagnosi di appendicite. Questa volta però l’appendice non
c’era, ed il pediatra del bambino mi ha inviato il paziente per una
valutazione ecografica. Si trattava di una idronefrosi di III grado del rene
destro, con parenchima renale quasi inesistente, asintomatica fino a 5 anni di
età. Il sovrapporsi di una infezione delle vie urinarie aveva mimato l’appendicopatia.
Fig. 1 -
Idronefrosi III grado del rene destro
Vi sono altre patologie
addominali in cui il ruolo dell’esame ecografico è ormai ben definito, come
ad esempio la stenosi ipertrofica del piloro o l’invaginazione intestinale, al
punto che in alcuni Centri si esegue il clisma idrico sotto guida ecografica,
senza ricorrere al clisma opaco(6). Nel caso della stenosi del piloro l’esame
radiografico si riserva ai pochi casi di dubbia interpretazione(7). Se l’esame
ecografico è utile per confermare il sospetto diagnostico di invaginazione di
fronte ad un quadro clinico tipico, ancora più utile potrà essere nei casi
atipici. Recentemente è stato ricoverato presso il nostro Reparto un lattante
di 8 mesi che presentava pianto, vomito ed addome dolente alla palpazione
profonda: gli esami ematochimici erano nella norma, la radiografia in bianco
dell’addome era negativa, l’esplorazione rettale dimostrava una ampolla
vuota, e, per complicare ancora di più l’inquadramento diagnostico, in
seconda giornata il quadro clinico tendeva a migliorare, con ricomparsa di
appetito e addome trattabile. L’ecografia evidenziava in fossa iliaca destra
l’immagine a bersaglio tipica dell’invaginazione,
Fig. 2 -
Invaginazione intestinale, scansione trasversale; immagine tipica "a
bersaglio"
ed
ancora più chiara era la scansione longitudinale, che consentiva di vedere con
precisione l’ansa ileale, edematosa, invaginata nel ceco.
Fig. 3 -
scansione longitudinale: ansa ileale edematosa invaginata nel ceco
Il clisma non riusciva a
risolvere l’invaginazione ed il bambino veniva sottoposto ad intervento
chirurgico che dimostrava un’ansa ancora vitale.
Nel caso dei traumi addominali
chiusi l’esame ecografico può evidenziare la presenza di versamento
peritoneale libero, di lacerazione epatica o splenica, la presenza di ematomi
del fegato o della milza, lesioni pancreatiche (che all’esordio possono essere
evidenziate come edema, ma che possono evolvere in pseudocisti). A livello
renale possono essere evidenziati ematomi subcapsulari, con o senza lesioni del
parenchima, fino a quadri di rottura del rene con interruzione della capsula
fibrosa (ematomi perirenali).
La Letteratura è ricca di
segnalazioni che riguardano i vantaggi dell’uso dell’esame ecografico
rispetto ad altre metodiche di imaging: all’elevata sensibilità si associano
rapidità di esecuzione, possibilità di praticare l’esame al letto del malato
o in sala operatoria senza influenzare i tempi di preparazione all’intervento
e senza ostacolare eventuali manovre rianimatorie (8-9-10).
Richardson (11) nel 1997 ha
confrontato l’esame ecografico e la TAC nella valutazione dei traumi
addominali chiusi nel bambino, concludendo che la TAC resta la modalità di
scelta, poiché consente di evidenziare anche eventuali lesioni spinali,
tuttavia l’ecografia rappresenta una valida alternativa, soprattutto se
l’esecuzione della TAC comporta ritardo nell’esecuzione dell’eventuale
intervento chirurgico.
In uno studio del 1993 Luks
(12) evidenzia una sensibilità del 89% ed una specificità del 96% dell’esame
ecografico nel valutare i traumi addominali chiusi del bambino, concludendo che
l’esame ecografico, rispetto alla TAC è più versatile, più semplice da
eseguire e meno costoso.
Per quanto riguarda l’aspetto
economico, i Colleghi d’oltre oceano sono molto sensibili a valutare il
rapporto costo/beneficio: Partrick e Coll. (13) nel 1998 hanno pubblicato uno
studio che ha coinvolto 230 bambini con trauma addominale chiuso; l’esame
ecografico ha consentito in molti casi di non ricorrere alla TAC, permettendo un
risparmio di 130.000 $. Inoltre gli Autori concludono che l’uso
dell’ecografia ha contribuito a ridurre drammaticamente il costo di gestione
dei bambini con trauma addominale, riducendo il numero di bambini in cui
venivano eseguiti ulteriori approfondimenti diagnostici e la possibile
laparotomia.
In conclusione, per rispondere
al quesito sull’utilità dell’ecografia, l’esame ecografico ha dimostrato
di essere una tecnica di imaging molto valida nell’addome acuto. Tale esame può
fornire informazioni addizionali, ma spesso consente da solo di arrivare alla
diagnosi definitiva. Pertanto è da considerare sicuramente un esame utile, ma
occorre sempre ricordare i limiti di questo esame: accanto ai ben noti limiti
fisici degli ultrasuoni esiste una limitazione ancora maggiore: si tratta di un
esame operatore dipendente(14). Un caso clinico molto istruttivo è quello di
una bambina di 4 anni con dolori addominali violenti ai quadranti inferiori: una
prima ecografia eseguita in altro Centro evidenziava la presenza di una massa
intra vescicale: veniva proposta l’esecuzione di una TAC e si prospettavano ai
genitori le ipotesi diagnostiche più varie.
Fig.
4 - Stipsi ostinata, le feci presenti in ampolla rettale spingono anteriormente
l'utero, modificando il profilo vescicale (scansione longitudinale a sinistra,
scansione trasversale a destra)
Il pediatra di base, prima di inviare la bambina ad eseguire altri accertamenti mi ha chiesto un parere: l’ampolla rettale era piena di feci, al punto da spingere l’utero anteriormente, determinando una alterazione del profilo vescicale: dopo un clistere evacuativo sono scomparsi i dolori addominali e la massa vescicale.
In conclusione, il messaggio
che vorrei dare è che abbiamo a che fare con una tecnica diagnostica il
cui risultato è fortemente legato alle capacità dell’operatore, pertanto è
più corretto affermare che si tratta di un esame utile nell’addome acuto, se
affidato a mani esperte, altrimenti può essere fonte di confusione e
condizionare negativamente l’iter diagnostico
BIBLIOGRAFIA
1
– Siegel MJ et Al. Ultrasonography
of acute abdominal pain in children. JAMA 1991 Oct 9;266(14):1987-9
2
– Nosaka S et Al. Ultrasonography of pediatric right lower abdominal pain:
correlation with clinical and pathological results. Nippon Igaku Hoshasen Gakkai
Zasshi 1995 Oct;55(12):855-60
3
– Sphel-Robberecht M et Al. Contribution of digestive system ultrasonography
in the assassment of abdominal pain in children. Rev Med Brux 1994 Nov-Dec;15(6);376-81
4 – Hayden CK Jr Ultrasonography of the acute
pediatric abdomen. Radiol Clin North Am 1996 Jul;34(4):791-806
5 - Mason JD The evaluation of acute abdominal pain
in children. Emerg Med Clin North Am 1996 Aug 14(3);629-43
6
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diagnostico e terapeutico con ultrasonografia. Atti della prima giornata pisana
di ecografia diagnostica ed interventistica. 1989 ETS editrice 71-2
7
– D’Agostino R. Diagnostica per immagini della stenosi ipertrofica del
piloro. Atti della prima giornata pisana di ecografia diagnostica ed
interventistica. 1989
ETS editrice 73-4
8 – McGahan JP et Al. Use of ultrasonography in the patient with acute renal
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9 – Yoshii H. et Al. Usefulness and limitation of ultrasonography in the
initial evaluation of blunt abdominal trauma. J
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10 – Katz S et Al. Can Ultrasonography replace computed tomography in the
initial assessment of children with blunt abdominal trauma? J Pediatr Surg 1996
May;31(5):649-51
11 – Richardson MC et Al. Comparison of computed tomography and ultrasonographic
imaging in the assessment of blunt abdominal trauma in children. Br
J Surg 1997 Aug;84(8):1144-6
12 – Luks FI et Al. Blunt
abdominal trauma in children: the pratical value of ultrasonography. J Trauma
1993 May;34(5):607-10
13
- Partrick DA et Al. Ultrasound is an effective triage to evaluate blunt
abdominal trauma in the pediatric population. J
Trauma 1998 Jul;45(1):57-63
14 - Brisbois D et Al. Acute abdomen. Is ultrasonography useful, essential or unnecessary? Acta gastroenterol Belg 1996 Apr-Jun;59(2):134-6